Si prevede che il mercato Halal globale raggiungerà i 9,71 trilioni di dollari entro il 2025, con il mercato del cibo Halal che dovrebbe raggiungere i 2,6 trilioni di dollari entro il 2023.
Diversamente ad altre attività di certificazione e controllo (HACCP, ISO eccetera) la certificazione Halal non è una disciplina regolata dal punto di vista statale nazionale, al contrario dei Paesi islamici. Si inserisce perfettamente con le aziende che già rispettano le normative come ISO e HACCP.
Gli stati che stanno emettendo normative e hanno disciplinato tale attività sono molti (Malesia,Indonesia, Singapore, Emirati Arabi Uniti, ect.). Mentre nel mondo occidentale, ed anche in Italia, la certificazione Halal non è regolata né da norme statali né da enti o associazioni di categoria.
In Italia non esistono normative in materia di certificazione Halal e dei relativi prodotti, fatta eccezione del Decreto del 1998 che riguarda la macellazione rituale e la deroga al Reg. (CE) n. 1099/2009 (Regolamento (CE) n. 1099/2009 del Consiglio, del 24 settembre 2009, relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento), entrato in vigore il 1º gennaio 2013.
Un prodotto certificato Halal deve essere conforme alla Shari’a, alla quale fa riferimento alla giurisprudenza islamica (Corano, Hadith, fatwe, eccetera) che prescrive ciò che, nell’Islam, è lecito (Halal).
I settori che possiamo certificare comprendono: agro-alimentare, cosmetico, sanitario e farmaceutico. LAssociazione Halal Italy Development APS garantisce la rigorosa conformità degli standard halal internazionali e fa fede alle normative europee nei processi produttivi soggetti alla certificazione. Inoltre le certificazioni dell’HID seguono le normative in fatto di certificazione Halal che impongono i Paesi importatori.
Non è certificabile:
Prodotti e derivati dalla carne suina;
Prodotti e derivati da animali morti prima della macellazione o macellati inadeguatamente;
Prodotti nocivi per la salute;
Prodotti alcolici o che contengono alcol e sostanze inebrianti.